Proletari, punk di tutto il mondo senza un soldo o rublo che sia sniffando colla o la famosissima "coccoina" (colla ormai introvabile in vasetto d’alluminio) decerebrolizzandosi via via e col tempo. Può sembrare un rito postmoderno strano quello che si svolge in tante capitali del mondo nel quarto come nel quinto o nel primo in capitali di grande respiro del tipo: Bombay, San Paolo, Mosca, Lagos, Rejkyavick, Caracas ecc...alcuni di loro fanno parte di sette sincretiste, le quali amano farsi di strani cocktail sconsigliatissimi:
alcool,
detersivo in polvere (Ava, Omo, Dash), liquido per i piatti e borotalco. Lo trovano incredibile nella sua fattanza. E’ difficile trovarlo il gelato della marca "
Ben&Jerry" sono due ragazzi dei movement Usa (San Francisco ‘60), poi quotati in borsa come industriali alternativi del gelato, i quali consigliano, noi anche quello alla menta con biscotti al cioccolato e altre "storie" che ti danno una piacevole sensazione di freschezza e rilassatezza. Sono nemici storici del monopolio
Haagen.Dasz, marca di gelato che solo il bar multimediale "Campus" di via Montegrappa vende.
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Sono buoni, giuro! |
Da sempre.......
i prenda dello spen, con escrementi di mosca che si trovano sui muri, si riduca tutto in polvere, lo si passi al setaccio e lo si somministri per quattro giorni conseguitivi. Il pianto cesserà senz’altro. Questa la medicina da dare ai bambini che piangono un po’ troppo secondo un papiro egizio del secondo millennio avanti Cristo - contenente una lista di circa
700 farmaci, e dove spen significa oppio- trovato nel 1872 a Luxor ai piedi di una statua di Anubis, il dio dei morti dalla testa di sciacallo (qualcosa di molto simile veniva usato per mettere a dormire i bambini alla fine del secolo scorso in Inghilterra.)
La droga nelle tavolette assire
Di oppio si parla anche in tavolette sumere del terzo millennio avanti Cristo, e risalendo ancora più indietro nel tempo a 30 mila anni fa, sembra provato che anche l’uomo di Cro-magnon, non fosse insensibile alle qualità del papavero: sono state infatti trovate capsule del fiore rosso, non selvatico ma coltivato, tra i resti di insediamenti su palafitte a Lagozza e Rabenhausen, in Svizzera.
Su tavolette assire del VI-VII secolo a.C. si parla di "
qunnabu", la
greca
cannabis, mentre il dio zorostriano
Ahura Mazdah viene detto ora
"colui che possiede molta canapa", e in epoca successiva senza trance e
senza canapa: è forse l’inizio di una antica disputa religiosa tra i
favorevoli e i contrari all’uso della cannabis come sacramento?? (A
proposito di droghe e religione, senza voler spostare la tesi di Tom
Robbins (Il fungo magico "
Mille Lire" di Stampa Alternativa), secondo il
quale un fungo, l’Amanita Muscaria, è stato "l’ispiratore diretto per
tutte le religioni principali della terra, Buddismo, escluso, varrebbe
la pena indagare più a fondo il significato di quel calice di vino
sempre presente nella messa dei cristiani).
Il gusto del proibito ci accompagna da sempre
Gli esempi di
cui sopra dicono che fin dal passato più remoto l’umanità "si è fatta",
e non ha mai smesso nel corso dei millenni. Chi da bambino non ha mai
girato vertiginosamente su se stesso per provare quell’ebbrezza" data
dallo sconvolgimento dell’equilibrio?? Il desiderio di "
uscire" da se
stessi, tramite
droghe, o
digiuni,
pratiche meditative,
danzando
freneticamente al ritmo di tamburi o tra le luci stroboscopie di una
discoteca, è connaturato agli esseri umani. Senza partire da questa
constatazione ogni tentativo di trovare una soluzione al
"problema
droga" è destinato a fallire. E il problema è nato nel momento in cui le
varie droghe, che una volta erano considerate sostanze sacre, strumenti
per accedere ad altri livelli di realtà, chiavi di accesso al divino (a
quei tempi materialmente frequentabile e non ancora confinato in
qualche vago iperuranio), sono diventate prodotti di consumo di massa,
generi voluttuari dall’incerta composizione offerti al clienti in genere
del tutto sprovveduti.
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